venerdì 28 maggio 2010

5月28日 ・ Ten-En Haikingu Kosu, Meigetsu-in, DaiButsu Hainkingu Kosu

Stamattina mi sono svegliata alle 6, ho fatto una robusta colazione, mi sono preparata un termos di té (Genmaicha), ho preso lo zaino pronto da ieri sera e sono partita, destinazione Kamakura.

Sulla zona di Tokyo il tempo è bello, invece in direzione del Fuji-san (stavolta che ho la macchina fotografica a portata di mano!), è tutto coperto.

Tra metro, treni, bus, arrivo all'inizio del percorso che voglio fare, quello che avevo visto l'altra volta, verso le 9. Mi cambio le scarpe e via, oggi si cammina!
Il sentiero fin da subito promette bene, un po' fangoso per via della pioggia dei giorni scorsi, ma anche se non è alto come quota, è molto divertente.
Come sempre all'inizio sono disperata: "Uaaa, sono cicciona, sono fuori forma, come faccio ad andare sulle Alpi Giapponesi così..." e via dicendo, ma camminando passa tutto.






Qui mi sono un po' confusa ed ho sbagliato strada, ho fatto una deviazione (chiamamola così) di una quarantina di minuti. Il fatto è che c'è un intrico di sentieri più piccoli, che partono dai paesini giù a valle, e infatti c'è la gente del posto che viene a fare jogging o a passeggio col cane.
Comunque sia me ne sono allegramente andata in tutt'altra direzione, perché il sentiero che avrei dovuto prendere mi sembrava troppo "urbanizzato" rispetto a quello che avevo percorso fino a quel momento.
Per urbanizzato intendo che, quando alla fine ho preso la strada giusta (il cartello astutamente era DOPO l'incrocio. -___- Probabilmente la maggior parte dei "turisti" percorrono il sentiero nel senso opposto, infatti ho incontrato parecchie persone), ho costeggiato per un pezzo un campo da golf con relativo mega parcheggio. >__<
Per fortuna ho incontrato una gita di bambini delle elementari che mi ha fatto ridere.

E dopo poco il sentiero è tornato ad essere un sentiero.




Dopo un paio d'ore di cammino nei boschi e tra le rocce (senza considerare la deviazione...), la vista si apre ed ecco Kamakura, e il mare.

Dopo poco arrivo sopra il Kenchoji.
Il percorso sarebbe finito, ma ci sono dei cartelli e vedo che uno dei piccoli sentieri che si diramano da qui porta al tempio successivo.
Scendo un attimo la scalinata per dare un'occhiata, ma siamo sull'ora di pranzo e il sole è forte, si stava meglio nel bosco, così decido di tornare indietro e seguire quella strada che ho visto.

Stavolta sono davvero alla fine. Il segno che c'è su questo tombino è lo stesso inciso sui piccoli pilastri di pietra che ho trovato come segnavia lungo tutta la strada fino a qui (ecco come mi sono accorta che avevo sbagliato...).
C'è da fare un tratto lungo la carrozzabile del paese...
...ed eccomi arrivata al Meigetsu-in.
Sul ponticello che conduce all'ingresso c'è questa statua di coniglietto bianco. Mi sento un po' come se fossi premiata per tutto quello che ho camminato per arrivare fin qui.
Approfitto di questo bagno nascosto tra i fiori per cambiarmi la maglietta (che dopo una mattinata di cammino è abbastanza indecente...) e darmi una rinfrescata.E poi in tutta calma visito questo giardino, che è bellissimo.
La pietra legata così significa che di qui non si può passare.


Le piante sulla collinetta che sale verso il tempio sono tutte ortensie, le primissime cominciano ora ad aprire i fiori. Tra un paio di settimane deve essere meraviglioso...
Mi piace molto questo posto. Non è tanto grande ma è garbato, e c'è un poco di tutto...
I bambù.
I fiori all'ingresso.
Il giardino di pietre.


Le grotte.


Un pozzo ancora funzionante.

E qui ho finito la batteria della macchina fotografica.
E quando l'ho cambiata (perché ce l'ho sempre quella di riserva dietro, eh...), ho avuto la sorpresa di essermi dimenticata di ricaricarla. Così astutamente.
E quindi le foto finiscono qui.

Comunque sia, ero troppo di buon umore per prendermela per questa cosa, non mi ha certo guastato la giornata.

Mi sono goduta un altro po' l'atmosfera serena di questo luogo, ho preso il té nella stanza con la finestra rotonda, con vista su un laghetto e un prato di iris viola fioriti, e poi mi sono rimessa in cammino.

C'era un altro tempio a un mezzo chilometro sulla destra (che poi stasera Kayoko mi ha detto che quello va assolutamente visto... -____-), invece vado più o meno a dritto, c'è un altro percorso di trekking che va da qui fino al DaiButsu, e visto che il tempo c'è e che oggi il clima è perfetto (a giugno ci aspetta la stagione delle piogge) ho deciso di approfittarne e fare anche questo.

Mi fermo prima dell'inizio del sentiero a visitare il JochiJi, è molto piccolo e tranquillo, è un tempio Zen e quindi ha il giardino che sembra lasciato a sé stesso come piace a me, ci sono dei fiori di campo fucsia tra l'erba alta e c'è un cipresso enorme.
Siccome non posso fare foto, faccio un disegno veloce.

E poi prendo il sentiero verso il Daibutsu.
Dopo un po' incontro una ragazza americana che fa la mia stessa strada. O meglio, è lei che mi chiede se conosco il sentiero. Siccome sono tutta concentrata sul giapponese, mi fa una fatica enorme tirare fuori delle frasi un po' sensate in inglese, così parliamo in giapponese, lei vive qui da 3 anni, ma ci era stata già da bambina, e conosce la lingua benissimo. In pratica mi ha fatto questa domanda perché c'è un punto un po' più avanti dove il sentiero si divide e non è segnalato bene (dejà-vu... -____-), e per questo si è preoccupata, così mi accompagna fino a lì, anche se la sua destinazione era un poco prima, a uno dei templi lungo la strada.
Mi dà indicazioni su come proseguire e ci separiamo, è stata proprio carina.

Il sentiero è tutto fra i cipressi, le loro radici sono i gradini lungo la discesa.
Non ne sono sicura, ma credo che per fare questo percorso mi ci sia voluta un'ora/un'ora e mezzo.

Mi fermo a salutare il DaiButsu, e poi mi avvio verso la stazione di Hase, riprendo il trenino piccolo che passa lungo il mare per tornare a casa.
E' stato un bel giorno, e anche se comincio a sentire un pochino di stanchezza, mi sento benissimo.

Tornerò in questi luoghi un'altra volta prima del rientro a casa, ho ancora qualcosa da fare...
E chissà che così magari non mi capiti di vedere le ortensie fiorite!
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giovedì 27 maggio 2010

5月27日 ・ YakisobaPan

Stamattina sono di pulizie (anche questo ogni tanto è necessario...).

Nel pomeriggio arrivo qui vicino fino a Lawson per comprare il biglietto per andare a visitare il museo Ghibli (praticamente con 3 settimane di anticipo, molto giapponese...)

Di solito a colazione mangio cose tipo riso, pesce, aglio con l'umeboshi, cetrioli, uova strapazzate con le fave, zuppa di miso e alghe varie, praticamente è un po' come fare un pranzo anticipato, e di conseguenza all'ora di pranzo non ho per niente fame, ma stamattina ho mangiato il tiramisù col caffé, e dentro Lawson vedo una cosa che non posso non provare: il mitico panino con la Yakisoba!
Un panino ripieno di spaghetti, cosa ci può essere di più fantastico?
E' buonissimo! Tra l'altro è uscito di nuovo il sole, e quindi passeggio tutta soddisfatta mangiando il mio panino. Un'altra cosa di vita quotidiana che adoro del Giappone: le macchinette automatiche per le bevande. A qualsiasi ora, praticamente in qualsiasi luogo, non c'è mai il rischio di rimanere con la sete. Se posso preferisco andare in un negozio, almeno scambio due parole, ma come chi mi conosce sa bene io bevo tantissimo, specialmente quando arriva il caldo ma non solo, e quindi mi è capitato di usarle piuttosto spesso.
C'è l'acqua, l'acqua vitaminizzata, l'acqua fruttata (una specie di succo di frutta molto diluito), il caffé in barattolo (caldo o freddo), e soprattutto il té.

Questa è la mia collezione di bottiglie, ne mancano 2 o 3 che ho già buttato, peccato, ho deciso da qui in avanti di tenere almeno le etichette. Sono tutti té verdi di vari tipi (gli appassionati noteranno il Genmaicha, la seconda bottiglia da destra), a parte la seconda bottiglia da sinistra che è un Olong, e sono tutti rigorosamente SENZA ZUCCHERO, come deve essere (non come il té verde zuccherato che si trova da noi, disgustoso >_< ). Io adoro il té, anche in questo devo dire che sono nel mio centro qua, e così freddo senza zucchero tra le altre cose lo trovo veramente super dissetante.
Come scelgo? Assolutamente a caso, anzi ormai cerco di prendere ogni volta qualcosa di diverso, tanto sono tutti buoni. Il prezzo si aggira sui 120-130 yen, ma a volte ci sono gli sconti, una bottiglia 100 yen (circa 90 centesimi). Sugoi ne?
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5月26日 ・ Ikebukuro, Tokyo Metropolitan Art Space, Museo Chihiro

Stamattina abbiamo in programma di andare a Ikebukuro a sentire un concerto d'organo gratuito, scoperto grazie ad uno di quei volantini che raccolgo continuamente...

Vicino alla sala da concerto c'è questo spazio, una galleria che raccoglie prodotti di artigianato tradizionale di ogni parte del Giappone. Ci sono delle cose bellissime, tutte ovviamente molto aldilà dalla mia portata economica, ma è comunque interessante da vedere.
Al piano terra c'è l'esposizione permanente (e una piccola biblioteca di libri sull'argomento), al piano superiore le mostre temporanee. Lì incontriamo anche qualche artigiano in persona tra quelli che stanno esponendo, ed è bello vedere che molti sono giovani, che magari usano le tecniche tradizionali creando però nuove forme.
Parliamo con un paio di loro (sono tutti ovviamente molto appassionati di quello che fanno, alcuni stanno anche lavorando lì, ci sono un paio di ceramisti e un ragazzo che lavora i metalli) e velocemente arriva l'ora di andare.

Il concerto si tiene qui, al Tokyo Metropolitan Art Space.La nostra sala si trova al piano superiore, comodamente raggiungibile con le scale mobili (tra parentesi, se venite in Giappone, ricordatevi che, se non volete camminare, dovete stare sulla sinistra, la destra è "la corsia di sorpasso"; anche sulle scale mobili il senso di marcia è uguale a quello delle strade, cioè il contrario del nostro, e qui a Tokyo troverete le scale mobili dappertutto!).

Eccoci arrivate, abbiamo anche trovato un buon posto (ovviamente questi concerti gratuiti, ce n'è circa uno al mese, sono molto popolari).
A metà programma c'è una piccola pausa, durante la quale l'organo si gira. Questa non me l'aspettavo proprio!
Dietro l'immenso organo in stile barocco c'è questo immenso organo moderno. La seconda parte del concerto a me piace molto, suona "Le Jardin Suspendu" di Jehan Alain, una musica molto sognante. Kayoko non è rimasta così soddisfatta, ma io sono proprio contenta di essere venuta qui stamani, il concerto mi ha proprio rilassata.
Il panorama di Ikebukuro dal 3° piano della sala concerti.

Scendiamo e ci separiamo. Kayoko va in un grande magazzino, io prendo il treno, cambio a Takadanobaba, e prendo un locale della SeibuShinjukuSen per andare a Kami Igusa, sempre nella zona ovest dei sobborghi di Tokyo, dov'è il museo che vorrei visitare oggi.

Kami Igusa è una stazione molto piccola, dove si fermano solo i treni locali, appunto. Ci sono due binari, uno per prendere i treni che vanno verso Tokyo, e uno per quelli nella direzione opposta, e per passare da una banchina all'altra bisogna attraversare i binari, sembra di essere a Diecimo! (che per chi non lo sapesse, è la stazione del treno più vicina a casa mia).

All'uscita della stazione c'è questa statua di Gundam...
Sono un po' confusa, di solito nelle stazioni ci sono tutte le indicazioni per raggiungere i musei, specialmente quelli compresi nel GruttoPass, ma qui non c'è niente, non è nemmeno segnato sulla pianta che è subito fuori dalla stazione. Faccio un giro nel quartiere (che sembra più un paesino, veramente....), non ho nemmeno il coraggio di domandare informazioni perché ormai sono quasi convinta di avere sbagliato stazione. Ma quando ricontrollo l'indirizzo (ho ormai imparato a leggere e interpretare gli indirizzi giapponesi, che è una conquista di per sé) , capisco finalmente cosa è successo: devo solo attraversare i binari, sono dalla parte opposta di dove devo andare.
E non appena attraverso, trovo immediatamente un cartello che mi indica la strada per il museo, e dopo quello uno ogni circa 10 metri.
Cos'è successo? Che attraversati i binari, sono in un'altra cittadina, e così dall'altra parte (che però è quella dove scendono le persone che vengono da Tokyo >_<) non hanno messo nessuna indicazione per venire qui. Sono stata vittima di un classico caso di campanilismo tra paesi vicini (lo dicevo io che questo posto mi ricordava Pescaglia, statua di Gundam a parte...)

Seguo i cartelli, e finalmente trovo il museo. Non che abbia camminato per delle ore, ma piove e mi sento un po' stanca.
Per fortuna valeva proprio la pena di venire qui, è un posto molto bello, e lo spazio è ben organizzato e rilassante.
Il museo è dedicato alla figura di Chihiro Iwasaki, illustratrice famosissima qui in Giappone.
Al piano terra c'è un Café, l'Art-shop, una sala che espone sempre alcuni suoi lavori a rotazione, un'altra dove è conservato lo spazio dove lavorava, con scrivania e tutto, e poi una sala per le mostre.
Le opere di lei mi piacciono un po' si e un po' no, ma c'è questa mostra sull'illustratore Akaba Suekichi che è splendida.
Ci sono foto della sua infanzia, la sua scrivania, con tutti i pennelli e colori, e poi le illustrazioni originali (meravigliose!), con sotto i corrispondenti libri che ha editato da sfogliare con calma (c'è anche un comodo sofà per questo scopo!). E ancora, materiali che illustrano il suo modo di lavorare, i bozzetti, gli storyboard, non è solo una gioia per gli occhi, è anche interessantissimo.
Passando da una stanza all'altra, ci sono le vetrate che danno sul giardino, che sarebbe accessibile, peccato che piova.
Al piano superiore ho la sorpresa di trovare un'altra stanza ancora dedicata alla mostra su questo autore, sono contentissima.

E poi c'è una stanza da gioco per i più piccoli, con tutti i materassoni morbidoni, e la stanza biblioteca, tutti libri illustrati, ovviamente. Veramente in questo posto ci si potrebbe passare in tutta comodità una giornata intera!
Invece è quasi l'ora di chiusura, mi affretto verso l'art-shop per comprare il catalogo, e poi mi avvio lentamente verso casa.

Kayoko nel frattempo si è cimentata nel tiramisù, e gli è venuto proprio bene!
Sasuga Kayoko-san!
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