martedì 25 maggio 2010

5月14日 ・ Museo Ota, Harajuku, Takeshita Dori, Togo Jinja

Ancora non stanca di vedere cose belle, stamattina decido di andare al museo Ota, che si trova in una traversa di Omotesando e quindi è solo a 3 fermate di metro da qui, senza cambi (la vicinanza o la lontananza di qualcosa, in questa città sterminata, si misura così...).

Questo è un altro museo dove si entra senza scarpe. Qui c'è la scarpiera all'ingresso dove metterle, e al loro posto si indossano delle comode ciabatte.

Il museo non è molto grande ma è molto bello, nella sala al piano terra c'è anche un piccolo giardino di pietre, e come mostra sono esposte metà delle 100 famose vedute di Edo di Hiroshige. Sono al settimo cielo! C'è anche un pannello che spiega in dettaglio le varie tecniche di incisione e di stampa, ed altre opere di Hiroshige precedenti a questa che gli procurò la fama.

Ci passo un paio d'ore abbondanti, e quando esco decido di fare una piccola passeggiata lì intorno.
Lì vicino c'è la stazione del treno di Harajuku, in perfetto stile europeo.
Di fronte c'è l'ingresso di questa, Takeshita Dori, molto popolare tra i giovani.
Bene, so che me ne pentirò subito, ma non posso resistere al gatto fatto di palloncini, e scendo anch'io a dare un'occhiata.
E' solo un venerdì verso le 12.30, eppure è pieno di gente (tra cui diverse studentesse), sembra di essere al mercato quando non riesci nemmeno a vedere le bancarelle per la calca, non oso immaginare come dev'essere passare di qui il sabato o la domenica.

Ci sono negozi di vestiti, che vendono per lo più gonnelline o gonnelloni a fiorellini e scialli all'uncinetto tipo country, che infatti è quello che si vede indossato dalla maggior parte delle ragazze in giro.

Resto un attimo affascinata dal negozio di accessori per capelli, con la sua parete di mollettine con i fiori (sapete che ho un debole per le mollettine con i fiori...), ma sono troppo stordita per comprare alcunché, la musica esce ad alto volume da tutti i negozi, i commessi urlano sulla porta per invitare le persone ad entrare, quando arrivo all'uscita della strada mi sembra di essere passata in un frullatore.
Giro a sinistra e trovo un tori, l'ingresso di un tempio shinto, so che dentro troverò un giardino e un po' di quiete e mi avvio.
Questa è la parallela di Takeshita Dori, e non potrebbe essere più diversa.
Oltretutto questo Jinja è dedicato all'ammiraglio Togo, eroe della guerra russo-giapponese (fatto che già di per sé mi lascia un po' perplessa), l'architettura e l'atmosfera sono molto molto maschili, e infatti nel tempo che sto qui vicino allo stagno per rilassarmi un poco, tutte le persone che vedo presentarsi a pregare sono uomini d'affari in completo cravatta e borsa nera.
Sarà la stanchezza, o gli effetti dello zucchero rosa fosforescente di ieri, fatto sta che comincia a farmi male la pancia, così decido che per oggi la mia esplorazione di Tokyo finisce qua, vado a casa a riposarmi.
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