martedì 25 maggio 2010

5月21日 ・ Marunochi, Museo Idemitsu

Oggi è caldissimo, siamo sui 30 gradi, per me comincia a essere dura.
Esco verso le 4, e ancora c'è questa cappa di calore di cui si sente tutto il peso addosso.
Vado a vedere un museo che non è vicinissimo, ma siccome non devo fare nessun cambio, lo posso raggiungere velocemente. E poi oggi che è venerdì, l'Idemitsu è aperto fino alle 7.

Sono nel quartiere di Marunochi, a ridosso del palazzo imperiale. Sono circondata da palazzoni di banche o uffici finanziari.
Lui non so chi è ma era simpatico. Oltretutto lì dentro doveva avere un caldo, poverino...

Proprio sotto la linea del treno, spunta una fila di localini che sembrano usciti direttamente da un vecchio film di Kurosawa.

Lì vicino c'è l'International Forum, un'altra struttura futuristica, centro congressi, sala concerto, sede di diversi eventi ed anche di un paio di musei.



Torno sui miei passi e finalmente trovo il museo che sto cercando, nascosto al settimo piano di un palazzo proprio accanto al Teatro Imperiale.

La mostra non è che mi piaccia tantissimo, in compenso quando esco dalla sala delle esposizioni temporanee mi trovo in uno spazio bellissimo.

Ci sono una serie di finestrone rivolte verso i giardini del palazzo imperiale, da cui entra la luce calda della sera.
Su quel lato c'è una stanza da té perfettamente ricostruita, e poi c'è una stanza piena di cassettiere. Su ogni cassettiera c'è un vetrina con esposti frammenti di ceramiche provenienti da tutta l'Asia, fino all'Egitto. Ma tutti i cassetti si possono aprire, e dentro ci sono altri frammenti. Si può velocemente ripercorrere tutta la storia della decorazione ceramica, in particolare per quanto riguarda la Cina e il Giappone. E i frammenti scelti sono tutti splendidi.
Chiunque abbia progettato questo allestimento è un genio, è veramente divertente stare lì ad aprire tutti i cassetti, ogni volta è una sorpresa.

Faccio il pieno di bei colori e motivi, prendo un té (gratis) dal distributore automatico (si può scegliere se prenderlo caldo o freddo, verde o Olong o Kugicha) e mi siedo su una delle poltroncine rivolte verso il tramonto.
Ci sono diverse persone, e mi sembra di capire che per molte di loro non è la prima volta che vengono qui il venerdì sera a godersi la vista.
(ah, quasi dimenticavo, tutto questo con un maggiordomo in guanti bianchi che gira per vedere se è tutto a posto)

Un po' a malincuore è l'ora di andarsene, giù al Teatro Imperiale danno questo dramma.
L'avete riconosciuto? La figura vestita di nero con il candeliere in mano dovrebbe darvi un indizio... Ebbene si, si tratta di "Rebecca la prima moglie".
Mentre entravo nell'ascensore per il museo ho visto uscire diverse signore col kimono (verosimilmente piuttosto ricche) dalla rappresentazione pomeridiana, in un corridoio di inservienti che si inchinavano ringraziando.
E questo è uno dei prossimi drammi in programma. Il cartello recita "Erizabetto", eh si, non si direbbe ma si tratta di un dramma storico sulla Elisabetta regina d'Inghilterra, perché gli uomini abbiano i capelli lunghi e siano vestiti a quel modo, come al solito non me lo domandate, tolte le due figure femminili centrali, più che un programma da Teatro Imperiale non sembrerebbe il manifesto del concerto di qualche gruppo assurdo?
Beh, dopo avere visto questo, è proprio ora di rientrare...
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1 commento:

Ila ha detto...

ahahah!
L'ultimo manifesto... poteva essere una rielaborazione del tema di Elisabetta, in versione Drag Queen!!!

Ila

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